lunedì 3 dicembre 2007

Seb Coe un mito!


Era il 10 giugno 1981, il televisore era ancora in bianco e nero e io ero nel pieno della mia vita da atleta. Quella sera c'era il Meeting di Firenze e il mio idolo che gia' deteneva il record del mondo sugli 800, scriveva una delle piu' belle pagine della storia dell'atletica, migliorava il record del mondo con uno straordinario 1'41'72". Ironia della sorte alle olimpiadi vinse sia nell'80 (foto) che nell'84 i 1500 e arrivò secondo negli 800 sia a Mosca che a Los Angeles.
Ora Seb Coe è il presidente del comitato organizzatore delle Olimpiadi del 2012 a Londra e vicepresidente della IAAF , quanta strada ha fatto e chissà se in quei giorni degli anni ottanta pensava a cosa sarebbe diventato. Ero innamorato della sua corsa e delle battaglie con Steve Ovett e Steve Cram, ero più fan di lui che dei nostri Cova Panetta e Antibo. Per gli azzurri la venerazione era per Mariano Scartezzini, uno dei migliori siepisti mai avuti, con quel barbone era un mito per noi ragazzi. E' passato il tempo e anche io nel mio piccolo ho fatto cose nell'ambito della corsa, ho allenato dei ragazzi , alcuni sono arrivati a livello nazionale , ho fatto il dirigente della polisportiva del paese e infine mi trovo oggi a dover affrontare in orange l'avventura di collaborare con la Roma Ostia. Ero piccolo e guardavo Seb dal basso in alto, ora da "manager" continuo a fare lo stesso ma so che un giorno ci incontreremo e gli ricorderò che quella sera d'estate davanti alla tv c'ero pure io.
Potete vedere su youtube la gara record di firenze:

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Be, devo ricordarti che, a quei tempi, non eri solo a seguire il grande Sebastian Coe e a tifare per lui, nonostante fosse inglese (e non italiano;noi italiani sulla stesa distanza non avevamo nessuno, forse Fontanella, di certo non Scartezzini che correva, come nessuno, i 3000 siepi, osservando gli altri dalle retrovie, senza quasi mai ripartire, e noi lì ad aspettare il momento decisivo, dopo quella volta quando, se non erro agli europei di Zagabria del 1981, riuscì inaspettatamente a vincere risalendo dall'ultima fino alla prima posizione nell'ultimo giro, e poi più niente, noi ad aspettare l'impennata, non più inaspettata, che non arrivò più, almeno fino a quando la scena no venne occupata da Panetta e poi da Lambruschini)
Ma torniamo a Seb, al baronetto inglese, che infiammò gli animi di tutti noi, tutti "contro" (per chi non lo ricorda il contro era Ovett, che ho saputo, solo dopo, al di là dell'aspetto burbero e spocchioso, sembra fosse molto più simopatico di Coe).
Tornando al discorso "Mosca" anche io ho sofferto molto nel vedere Coe battuto dal suo diretto rivale (Cramm verrà qualche anno dopo, quando i due ormai stavano già uscendo)sulla sua gara, farsi sorprendere sin dalle prime battute, senza più riuscire a recuperare. Eppure, proprio davanti a quello spettacolo, maturò in me la certezza che la rivincita se la sarebbe ripresa sulla gara che, sulla carta, sembrava nettamente favorire Ovett. E così fu: Coe vinse i 1.500 con una forza e una determinazione che per tutti (almeno per me fu così) crebbe sin dal primo attimo successivo alla sconfitta subita sugli 800 qualche giorno prima.
Sono d'accordo con te sulla incommensurabiità di Coe nel panorama mondiale dell'atletica di tutti i tempi. Eppure, tutte le volte che provo a pensare ad un grande del mezzofondo mondiale, la mia mente e il mio cuore si dividono tra due eroi di Montreal 76: Alberto (Juantorena) che fu capace di stravincere 800 (te lo ricordi, se ci riesci, perché non fu mai in gara,il nostro Grippo in quella terribile finale?) e 400 piani e .. lui, il mitico John (George) WALKER, vincitore, davanti al grande Van Damme (secondo anche sugli 800 dietro a Juantorena) nei 1500 piani.
Va be', basta così. Solo per dire quante cose si è perso chi, in quegli anni, si limitava a seguire solo monaco 74, argentina 78 (Causio, Bettega), Spagna 82 (Rossi e company) e non sa che a quei tempi i nostri cuori (stavolta azzurri) battevano per un certo Venanzio Ortis, per un emergente Alberto Cova, per un eterodosso Pippo Cindolo... ciao Angelo

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti
A proposito di Venanzio Ortis, credo che Gian abbia un aneddoto da raccontare riguardo una 5Mulini vissuta da spettatore.
A proposito di record. Ho visto la tabella dei record sociali del C.F.F.S. Cogoleto nei 2000 compare un 6'25" e rotti. Se non sbaglio te e Mario eravate sui 6'22".
Reclama il tuo record.

giampytec ha detto...

E' proprio così Angelo, i nostri idoli vestivano maglie straniere e ci piaceva sopratutto pensarli mentre ci allenavamo. Ricordo le volate infinite che ci tiravamo dandoci i nomi dei campioni dell'epoca. Non erano falsi miti come quelli di oggi, erano corpi distrutti dalla fatica ma sempre con l'eleganza del campione. Potremmo stare ore a elencare tutti questi personaggi, ma sicuramente come dici tu Juantorena e Walker insieme a Coe e Ovett hanno un posto d'onore. Scartezzini per noi era mitico per quel barbone folto e per il fatto che correva una specialità come le siepi che per noi erano come scalare le montagne. Ho fatto due volte le siepi, un 2000 e un 3000 ma ricordo di essere rimasto "brasato" sulla riviera per tutti i passaggi. Pensa che ci eravamo costruiti una siepe artigianale per allenarci ma la usavamo per posarci le tute. In fondo era la gara con il minimo per gli italiani più abbordabile ma era troppo pure quello!!!

Fabry.. glielo stavo raccontando ad Angelo al telefono di quando mi ero spacciato ad una 5 Mulini come Venanzio Ortis e firmavo autografi. Ti ricordi come ci scannavamo strillando i nomi di Coe e Ovett sulla passeggiata?
Per favore non parlare di tempi così sui 2000 perchè Angelo li fa ancora adesso a 45 anni!!
Ti stai allenando? Guarda che il 10 febbraio sono a POrtofino e non avrai scuse, senza orologio e mentre ti sorpasso all'arrivo ti strillo:" Aleèèèè Marianoooo"

Anonimo ha detto...

Guarda un po' a cosa mi sono iscritto il 15 dicembre
http://www.winterecotrail.it/home.html
Tanto anche se vinci a Febbraio siamo sempre 2 a 1....

Ezio ha detto...

A me piaceva Cova...forse perche' non saro' mai un "manager" ma solo e sempre un semplice lavoratore.

Alberto Cova

Muove i primi passi da atleta a 14 anni. Si guadagna presto il soprannome di "Ragioniere", sia per l'effettivo conseguimento del diploma in ragioneria, sia per il fisico assolutamente "normale" e anzi filiforme unito a un modo pianificato e mai dispendioso di affrontare le gare. I primi risultati li raggiunge nel 1977, quando diventa campione italiano juniores sui 5000 m piani, distanza che preferisce a quella doppia fino al 1980.
In quell'anno incontra l'allenatore che lo porterà a vincere in Italia e nel mondo: Giorgio Rondelli della Pro Patria. Rondelli intuisce subito che Alberto ha le qualità per dominare sui 10000 m piani: dopo un anno di interdizione Cova si presenta agli Europei di atletica di Atene, in Grecia, nel 1982, come outsider sulla distanza.È in questa circostanza che mette in risalto per la prima volta le caratteristiche che lo porteranno in molte occasioni al successo: la capacità di resistere durante la gara ai cambi di ritmo, anche frequenti, imposti dagli avversari e l'incredibile velocità che riesce a raggiungere nei rush finali.
Ad Atene si laurea a sorpresa campione europeo proprio così: resiste agli attacchi dei favoriti, in particolare il temibile tedesco orientale Werner Schildhauer e il finlandese Martti Vainio, per poi bruciarli con le ultime, rapidissime falcate. Sul rettilineo finale arrivano i tre protagonisti citati: Vainio attacca, Schildhauer e Cova resistono e nei metri conclusivi il lombardo infila i rivali con uno scatto bruciante, vincendo in 27'41"03, con soli 14 centesimi di vantaggio sul tedesco. Iscritto anche nei 5000 m, non ha fortuna, finendo squalificato dopo una serie di reciproche scorrettezze con degli avversari.
In quello stesso anno Cova si aggiudica anche l' argento ai campionati europei indoor nei 3000 m e mette in mostra anche ottime doti di corridore "fuoripista": giunge infatti settimo ai mondiali di Cross vinti dall'etiope Mohamed Kedir.
Nel 1983 Cova compie un altro capolavoro andando a vincere, in una delle gare più entusiasmanti mai disputate sulla distanza, i 10000 metri nella prima edizione dei campionati mondiali di atletica leggera, ad Helsinki, in Finlandia.
Gli avversari sono gli stessi dei campionati europei: i tedeschi orientali Hansjörg Kunze e Werner Schildhauer, il finlandese idolo di casa Martti Vainio e il veterano portoghese Carlos Lopes. La gara ha un ritmo lentissimo e al suono della campana dell'ultimo giro il gruppo è ancora compatto. È Schildhauer ad aumentare per primo l'andatura con un poderoso scatto: il plotone si disgrega e solo il connazionale Kunze sembra avere le forze per rispondere all'attacco. Si crea una piccola voragine tra i due teutonici e un terzetto di inseguitori, Vainio, il tanzaniano Gidamis Shahanga e un Cova che appare molto sofferente. L'italiano ha patito il cambio di ritmo e per diversi attimi èstato sul punto di staccarsi.
Incredibilmente però negli ultimi 150 metri il vantaggio di Schildhauer si assottiglia: Kunze sembra in grado di sorpassarlo, mentre Vainio, Shahanga e Cova rientrano. Ultima curva, Cova si allarga sulla corsia esterna e procede a velocità doppia: crolla Shahanga mentre Cova divorando gli ultimi metri infila nell'ordine Vainio, Kunze e Schildhauer vincendo con il tempo di 28'01"03, con 18 centesimi di vantaggio sul tedesco, ancora una volta secondo.
L'anno seguente Cova completa la sua tripletta andando a vincere i 10000 metri anche ai Giochi Olimpici di Los Angeles, negli Stati Uniti, del 1984. Per il boicottaggio dei paesi del blocco comunista viene a mancare il suo eterno rivale Schildhauer; poco prima dell'inizio della manifestazione però il portoghese Fernando Mamede si propone come uomo da battere migliorando di quasi 9 secondi il record del mondo sui 10 Km: 27'13"81 il suo tempo. Il lusitano tuttavia soffre psicologicamente l'appuntamento con i grandi eventi e anche in occasione del cimento olimpico, come altre volte precedentemente, fallisce clamorosamente la prova ritirandosi dopo pochi giri.
La gara si riduce a un testa a testa tra Vainio e Cova. A 800 metri dalla fine il finlandese tenta l'allungo decisivo e, come ad Helsinki, Cova sembra patire terribilmente il cambio di ritmo, dando l'impressione di doversi staccare da un momento all'altro. Riesce però a resistere e, negli ultimi 200 metri, a passare al contrattacco. Infila prepotentemente l'atleta nordico e va a vincere, per la prima volta, per distacco, con il tempo di 27'47"54. Vainio verrà poi squalificato, dopo essere stato trovato positivo al controllo antidoping. Sfortunatissimo in quella stessa prova l'ottimo Salvatore Antibo, solo quarto a causa di una scelta sbagliata al momento di indossare le scarpe da gara: optò infatti per delle calzature nuove che gli ferirono abbastanza gravemente i piedi. Nel 1985 Cova ribadisce la sua superiorità sulla distanza trionfando in Coppa Europa, dove addirittura si prende il lusso di raddoppiare vincendo anche i 5000 m.
Nel 1986, ai Campionati Europei di Stoccarda, in Germania, la quinquennale dittatura del campione comasco termina: Cova si vede sfuggire l'alloro dei 10000 m sconfitto da Stefano Mei, giovane e potente atleta spezzino che conquista quell'anno la sua prima affermazione importante. In finale tre atleti italiani, Stefano Mei, Alberto Cova e Salvatore Antibo, danno prova di una schiacciante superiorità attaccando insieme a 400 metri dall'arrivo e staccando brutalmente tutti gli avversari, fatta eccezione per il portoghese Castro che rimane abbastanza vicino al terzetto.
È Mei che impone il cambio di ritmo, mentre Cova, come sempre soffrendo molto, gli rimane incollato, e Antibo e Castro si staccano di una ventina di metri. Il rush finale, che dovrebbe dare ragione a Cova, riserva una sorpresa: proprio quando il comasco sembra aver superato il momento critico e affianca Mei con l'intenzione di superarlo, lo spezzino allunga di nuovo, stroncando ogni resistenza del campione olimpico e vincendo in 27'56"79. Cova arriva secondo con il tempo di 27'57"93 mentre un ottimo Antibo conquista il bronzo fermando le lancette cronometriche sui 28'00"25, in quella che fu la prima tripletta in una gara di corsa, da parte di un'unica nazione, in tutta la storia dei campionati europei.
Stoccarda è l'ultima competizione ad alto livello del ragioniere di Invernigo. Nel 1987, ai campionati mondiali di atletica di Roma, Cova finisce fuori dalla finale, così come l'anno dopo, alle Olimpiadi di Seul, in Corea del Sud, dove non riesce a qualificarsi dopo aver corso una brutta batteria. Dopo i Giochi Olimpici Cova si ritira, a soli 30 anni, dalle competizioni agonistiche, lasciando però la memoria delle sue imprese e un record tuttora ineguagliato: è infatti l'unico atleta, nella storia dei 10000 m, ad aver realizzato una splendida tripletta vincendo l'oro ai Campionati Europei, a quelli Mondiali e alle Olimpiadi.
Palmarès [modifica]
Giochi Olimpici:
1 oro (10.000 m 1984)
Campionati del mondo di atletica leggera:
1 oro (10.000 m 1983)
Campionati europei di atletica leggera:
1 oro (10.000 m 1982)
2 argenti (10.000 m 1986) (3000m indoor 1982)

giampytec ha detto...

Fabry penso tu abbia bisogno di un buon medico! Comunque in bocca al lupo e portati la borsa dell'acqua calda.

Ezio, tu pensi che non abbiamo amato Alberto Cova? E Antibo e Mei che correva con noi in Liguria?
La finale di Los Angeles dei 10000 ce l'ho ancora su cassetta e se vieni di qua ce la guardiamo assieme. Quella gara la vidi da solo in piena notte nella casa nuova in cui ancora non abitavamo e piansi come un bambino per la gioia! Ma Cova era un "ragioniere", correva per il risultato, era tutto preciso pulito, capello composto. A noi piacevano altri, ci appassionavano quelli trasandati quelli che correvano con il cuore e non si risparmiavano mai. E poi l'eleganza ineguagliabile di Juantorena come di Coe e di Ovett. Falcate irraggiungibili che neanche i neri di ora possono eguagliare, insomma a noi piacevano questi!

Anonimo ha detto...

Fausto stai in guardia per domenica, se non vuoi avere brutte sorprese scrollati di dosso la tua bestia nera perche se rimane incollato a 1 km 1 km e mezzo dall arrivo non hai scampo.
uomo avvisato....