giovedì 13 febbraio 2020

Periodo di costruzione








Dopo la bellissima campestre di domenica scorsa ho deciso di fare un periodo di costruzione a livello di rafforzamento generale delle gambe.
E così ho deciso di "sprogrammare" (leggi il post di qualche giorno fa) almeno 3 settimane a partire da questa in cui mi dedicherò a percorsi collinari, ripetute in salita e alla sola gara della XMilia in programma il 23 febbraio sui saliscendi di Tor Vergata.

La sprogrammazione dice che dopo la XMilia la mia prossima gara sociale sarà la Talenti Run del 15 marzo e quindi ho un mese buono per lavorare con calma. Fino a fine mese potenzio e poi riprendo con due settimane di lavori più veloci che mi porteranno alla Talenti Run con gambe fresche per affrontare e abbattere il 48'21" della Miguel.

La settimana dopo c'è la Vola Ciampino ma ritengo che la Talenti Run sia più veloce come percorso, che ne pensate?

E così martedì ho fatto un'oretta sui vialoni saliscendi di Tor vergata, ho corso tra le facoltà universitarie, nella parte bassa della collina, facendo dei saliscendi molto ravvicinati ed ho chiuso con un bel 2000 in progressione.

Oggi, invece, ho fatto un allenamento che mi piace molto, delle variazioni di 100 metri con recupero di 100 metri per 10 volte. La parte attiva va corsa molto forte e la parte passiva in maniera sostenuta.
Ho corso così un 2000 in 8'26 correndo il primo km in 4'16" ed il secondo in 4'10". Non ho preso i tempi intermedi ma sicuramente la parte del recupero la correvo sotto ai 5' al km.

Sono contento di questo allenamento, ti porta su come ritmo e, incastonato tra salite e corsa lunga, ti fa girare le gambe.
Erano anni che non correvo così e continuo a sprogrammare gli allenamenti per non ritrovarmi che qualche imprevisto mi blocchi e mi deluda.

Domani ho in mente un allenamento particolare, ma ve lo dirò solo domani tramite la mia pagina facebook  e potrebbe essere una bella sorpresa.

Vi invito a commentare se vi piace questa metodologia, fatemi sapere cosa ne pensate commentando qui sotto, oppure sulla pagina Facebook  di Quelli di Orlando o ancora alla mia email .

Buona strada a tutti e contattatemiiiii , dajeeee.

lunedì 10 febbraio 2020

Cross a Capannelle: can you feel the spirit?



Data:11 luglio 2013
Luogo:Ippodromo di Capannelle
Evento: concerto di Bruce Springsteen
Intro: Il Boss sale sul palco chiedendo ad alta voce: Can you feel the spirit?"
Un'ovazione lo accoglie e lo accompagna nelle sue oltre 3 ore di concerto.




 Ci sono luoghi e situazioni che rievocano il passato, ci sono momenti che ritornano in forma diversa e ci raccontano di noi.

Ieri ho avuto la grande soddisfazione di correre una campestre dentro l'Ippodromo delle Capannelle a Roma. Era la gara finale del circuito chiamato "una strada per l'atletica", un circuito di gare tra le più importanti e partecipate dell'hinterland romano con la presenza ,quindi, della Running Evolution con la nostra CorriColonna. Insieme alla Fidal Lazio abbiamo pensato di fare una gara di campestre finale per coinvolgere anche il settore giovanile ed assoluto. Il calendario ci ha un po' penalizzato e la partecipazione è stata ridotta però è stata una bellissima manifestazione, organizzata benissimo e con un'atmosfera di freschezza che solo i ragazzi ti sanno dare.

Il sabato con il Presidente Oscar e Giuseppe siamo andati a preparare il percorso con gli amici di Cat Sport, di Lbm , dei Road Runners e dei Runners Ciampino.
Nel piantare picchetti e tirare nastri ritrovavo quella sensazione primordiale degli anni 80 quando organizzavamo le campestri a Balledoro o al Villaggio Olandese a Cogoleto. Sono dei splendidi prati nelle colline del paese rivierasco e lì ci facevamo le gare delle scuole e poi i provinciali ed anche i regionali sia Fidal che dei Giochi della Gioventù. Eravamo un gruppo di ragazzi e dirigenti genitori che si divertiva a piantare paletti e tirare nastri. Un giorno racconterò meglio di tutto questo.






 Domenica mattina eravamo un gruppo sparuto di Orange, una decina di temerari nell'affrontare un 5 mila abbastanza piatto e scorrevole ma immerso in un verde che solo una città come Roma ti può regalare. Ho cercato di ricrearmi i ricordi di quegli anni lontani, il riscaldamento, l'isolarmi dal gruppo per trovare concentrazione. L'incitare chi correva prima di me, il dare consigli a chi non era proprio incline a queste gare. E, sinceramente, mi sono così tanto caricato che sulla riga di partenza mi sentivo agitato come a fare una gara diversa dalle altre, come a sentir gli strilli del mio allenatore quando mi incitava in solitario dal punto più lontano e nascosto del percorso.
"Can you feel the spirit? E come no? Sento ancora addosso quel grido di aumentare oppure quello sguardo assassino quando non riuscivi a dare quello che voleva.

Fortuna che i chilometri scorrono bene e corro intorno ai 4'30" come volevo fare. Correre sul prato vuol dire cambiare postura, falcate più brevi e piedi sempre alla ricerca del contatto ottimale col terreno. Chiudo con un buon tempo che mi tornerà utile per i prossimi allenamenti.



Ho corso in uno scenario unico, con amici simpatici e poi sempre per quel riecheggiare del Boss nelle orecchie, sempre per quel richiamo al passato la memoria mi dice che qui si sono svolti negli anni dei campionati italiani di campestre ma la ricerca su google mi dice ben di più.
Qui su questo prato si sono svolti nel marzo '83 addirittura i Campionati del Mondo di Corsa Campestre, qui ha corso Salazar, Dixon, De Castella, Cova e poi nelle, allora, giovani speranze, Mei, Panetta, Nicosia ed un tale Ranieri Carenza, ora Presidente dei Runners Ciampino che sta qui con me a strillare ad i suoi atleti come sicuramente strillavano a lui in quel marzo '83. Ed infine cito la grande Grete Waitz, la nove volte vincitrice della maratona di New York, 5 volte campionessa del mondo di campestre e una di maratona.
Can i feel the spirit? Sure!!!! 
Caro mio Boss, che regalo che hai fatto a tutti noi quella sera del 2013, ero lì con Roberta e l'orso Roscioli che oggi ha corso pure lui qui e che ricordi e sensazioni  mi hai regalato oggi soffiando dietro di me su questo prato verde che mi ha trascinato a ritroso nel tempo.







martedì 4 febbraio 2020

Corri Fregene (180 Orange)


Il mare d'inverno è un film in bianco e nero visto alla tivù, ma per chi, come me, che è nato e cresciuto  al mare, non è solo bianco e nero, ma tutte le sfumature che solo chi vive al mare può capire.

Il mare d'inverno ci spinge a correre la nostra centottantesima gara in Orange a Fregene in via Marotta, cioè la via dedicata al paese delle Marche del mio amico Robby ; la cittadina adriatica che ha ispirato Enrico Ruggeri a scrivere i versi che sto banalmente citando.

Volevo correre al mare una dieci chilometri senza spingere molto perché voglio correre bene domenica prosima a Capannelle nel cross di 5 km all'ippodromo.
 La gara vera, con oltre 1000 partecipanti, era la Mezza Maratona che vedeva impegnati un buon numero di Orange mentre in 600 optavamo per la gara corta sui 10 km.

Ho corso sempre in spinta e ho chiuso in 49 minuti senza affondare troppo, abbiamo corso parecchio sul lungomare ma se devo essere sincero di mare ne ho visto poco.
Ho attraversato una cittadina spenta, sarà anche il mare d'inverno però ho trovato tutto recintato, palizzate ovunque a sequestrare il mare a noi, che al mare ci siamo cresciuti.

Sul litorale romano vige ancora la regola borbonica del latifondo, il litorale è sotto sequestro da parte di non si sa chi, ovviamente chi lucra, e neanche d'inverno si riesce a camminare sulla sabbia bagnata a vedere le parabole di stanchi gabbiani e i punti invisibili rincorsi dai cani.

Tutto questo mi frulla nella testa mentre dei compagni momentanei di corsa mi spiegano come respirare, come tenere su le braccia e bla bla bla: "A belli! son quarant'anni che corro, sono nato imparato io!"
In questa Fregene col mare d'inverno di sicuro rimangono gli alberghi chiusi e i manifesti già sbiaditi di pubblicità...

Neanche il bar di prima mattina ci ha aiutato a coccolarci e a farci vedere il mare a colori, il barista mi ha detto che non aveva i cornetti per scelta, scelta suicida direi.

Sono tornato a casa con un senso di malinconia: il mare, anche se è d'inverno, non va trattato così, non va sequestrato, non va lasciato senza cornetti, non va lasciato a chi non lo ha mai amato veramente.

Spero solo che passerà il freddo e la spiaggia lentamente si colorerà.