Erano le 8 del mattino del 24 settembre 1979 quando un tredicenne Giampy si inerpicava con lo zaino in spalla sulla salita della stazione che portava alle scuole, ricordo ancora che era di Lunedì e sembrava ancora estate. Mi si affianca sulla strada l'inconfondibile Apecar coperto color granata del forno di Igi e dal finestrino una testata di ricci esce fuori e mi chiede:" fai sport?", dico di no e allora la testata di ricci risponde:" stasera alle 5 in palestra allenamento di atletica". Di Viglia conoscevo tutta la famiglia, giocavo insieme al fratello e alla sorella e ai cugini, lui era più grande di 6 anni e giocava pure a pallone, faceva il panettiere nel forno dove compravo la focaccia al mattino e solamente la mia gracilità può averlo convinto a reclutarmi. Ci ritroviamo alle 5 in palestra ed in poco tempo formiamo il gruppo che sta nella foto. Eravamo ragazzini e prima di noi pochissimi altri avevano corso per la passeggiata di Cogoleto, la Società aveva solo 6 anni di vita e Viglia, come Bisio si sono inventati allenatori a neanche 20 anni. Lì è iniziato il mio amore per la corsa che già seguivo in tv , stavo tutto il giorno in giro per il paese ma da quel giorno in poi almeno per 2 ore sapevo cosa avrei fatto. Ci siamo divertiti, siamo cresciuti,abbiamo girato l'Italia tra campionati italiani, cross internazionali e Giochi della Gioventù e siamo rimasti ancora legati da profonda amicizia. La passione di Viglia mi ha portato a guardare sempre con occhi diversi il gesto sportivo, ci soffermavamo ore a guardare come correvano gli atleti di tutte le gare per vedere i movimenti più belli e per capire dove stava il trucco per andare più forte. La passione di fare l'allenatore me l'ha trasmessa lui e pure il saper motivare ed incitare chi corre a trovare sempre il meglio di se. Con lui ho coltivato la passione della fotografia e abbiamo passato pomeriggi a fotografare tramonti, marinai, barche, monti e tutto quello che ci piaceva attraverso l'obbiettivo. Siamo cresciuti e ci siamo staccati in maniera cruda, non ci siamo più capiti e siamo rimasti delle nostre idee, l'ultimo abbraccio al funerale di mio padre pensavo fosse un riavvicinarsi ma invece sembra ancora un addio. Ora siamo divisi tra Roma e Milano ma col tempo sono riuscito ad apprezzare e capire ancor di più la sua voglia di trasmettere qualcosa di suo agli altri e mi rendo conto che se oggi sono qui il merito è solo suo.
A distanza di anni voglio allora chiederti scusa di quel non capirsi e voglio pubblicamente dirti grazie di tutto quello che mi hai dato, questo blog ha fatto tanti piccoli miracoli che solo io so e mi piacerebbe che ne facesse almeno un altro..ciao Viglia!
3 commenti:
Post da lacrime...
Io ero nel gruppo dei velocisti, perche' non avevo voglia di fare troppa fatica, avevo paura delle gare e cambiavo specialita' da un anno all'altro. La prima campestre la feci nel 1976, a Sciarborasca. Ernao i tempi d'oro di Loi , Angella, Viglia etc. etc.
Quanti ricordi, grazie Gian per tutto.
P.S. ieri sera 20 Km
Lo vedi che quando ti ci metti...
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