lunedì 14 marzo 2016

42a Roma Ostia 1h 44' 38"


Inizio il racconto dalla fine, dal premio da dividere con Mario Tempesta, abbiamo corso 21.096 metri, abbiamo sudato e imprecato ma la medaglia ce la siamo guadagnata tutta. Ancora conservo le medaglie degli anni '80 quando correvo seriamente e per me resta sempre una grande soddisfazione ricevere una medaglia, un qualcosa di simbolico è sempre più gratificante di un pacco di pasta e una mela.


Alzarsi alle 6 per andare a correre è da matti ma se la compagnia è questa si è ancora più matti, un pullman pieno di adrenalina ci ha portato alla partenza e ci ha lasciati in mutande e canotta pronti per partire. Come al solito ognuno di noi si schermisce sul tempo che farà e pure io mi trincero dietro alla mancanza di allenamento, ai postumi della vescica al piede, bla ..bla..bla..

Sinceramente spero di correre sotto l'ora e cinquanta, se non altro almeno riesco ad acquisire il diritto a partire il prossimo anno nella griglia più avanti, quella sotto l'ora e cinquanta appunto.
E' sempre emozionante correre questa Roma Ostia, l'organizzazione è perfetta e ti da l'idea di correre una mezza internazionale, un arcobaleno di colori davanti a te e migliaia di piedi che nascondono l'asfalto, pronti e viaaaaa..


I compagni di viaggio mi sfuggono subito e quindi corro in solitaria, mi metto subito a 5' al km e mi rendo conto che le sensazioni sono buone , che posso farcela a portare a casa l'ora e cinquanta. La salita del campeggio mi sfila sotto i piedi senza lasciare troppo affaticamento e mi preparo al tuffo nel cuore, al passaggio delle Forche Orangine, il ristoro della Running Evolution al km 11.


Ai compagni del momento preavviso che stiamo per arrivare al ristoro della mia squadra, che emozione passare lì in mezzo , tutti che strillano, ti incitano e io rispondo con applausi e bicchierate in faccia ai malcapitati. Sono perfetti, acqua a volontà e li vedo contenti e capisco che anche quest'anno il ristoro orange è stato fatto bene.


In uscita dal ristoro riesco pure a mettermi in posa per la foto di Fausto il Pres, avrò perso 20 secondi ma ho acquistato tanto in notorietà. E allora via verso il mare, inizia qualche crampo ma ormai il crono da tempo dice che sto sotto l'ora e quarantacinque, devo solo tenere il ritmo.
Un po' inesorabili arrivano piccoli crampi ovunque e pure la vescica del piede si fa sentire, ma il suono del mare, la folla attorno e l'odore di salsedine hanno la meglio, reggo fino alla fine e chiudo davanti al mare blu in 1 ora 44 minuti e 38 secondi.
Ho fatto di meglio soprattutto da ragazzo, ma bisogna sempre guardare quello che si fa giorno per giorno. Oggi ho fatto un'impresa, ho corso con Mario a cavacecio e ho guadagnato il passaggio di gabbia per il prossimo anno.

Ed ora via di volata a preparare l'ultimo mese per la Maratona di Roma, ormai pure a camminare la dovrò fare tutta,

Buona strada amici miei.