sabato 12 marzo 2016

42a Roma Ostia


Non sarà come correre a New York, a Paris o London, neanche a Buenos Aires o Valencia ma è lo stesso suggestiva ed emozionante. Correre la Roma Ostia intanto ti colloca nella storia di 42 edizioni iniziate per scommessa e gioco da un vulcanico Luciano Duchi e poi attorniato da un bel gruppo dei bancari romani e dalla figlia manager Laura. E poi è l'appuntamento romano per eccellenza, quello che se lo hai mancato non sei nessuno, quello che se non lo hai fatto per qualsiasi motivo ti resta "una rosicata" per mesi e mesi.
Correre la Roma Ostia è però principalmente, come si legge nell'azzeccatissimo slogan di quest'anno, la "fuga dalla città". Una fuga non per la tangente, non per il raccordo ma una fuga dritto per dritto, in senso unilaterale e univoco, direzione assoluta verso il mare.

Il frastuono delle migliaia di corridori, i colori sgargianti di oltre diecimila partecipanti ti assale e ti inebria, ti accompagna lungo quella lingua d'asfalto della Cristoforo Colombo che in quei 21 km non vedrai mai perchè sarà nascosta da migliaia di gambe e piedi. Vedrai davanti a te una lingua lunga di colori e attorno pini secolari e poi laggiù in fondo il blu del mare di Marzo. Attraverserai il ristoro della tua squadra, degli Orange e sai già che sarà emozione forte e vera, sei sempre stato lì con loro tranne una sola volta che hai voluto, come quest'anno, correre proprio per avere il privilegio di passare lì in mezzo alle forche orangine, per poter dire anche te: grazie ragazzi!

In mezzo a due domeniche di lunghissimi pre maratona, questa gara la correrò senza pensare a niente, solo a godermi il viaggio e soprattutto mi porterò in spalla il mio amico Mario Tempesta, è un po' acciaccato e allora lo porto fino al mare a fargli respirare aria buona prima che torni a sfornare pizze su pizze.

A domani allora, godetevela questa gara e pensate che il meglio deve sempre arrivare.

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