Che giornata strana oggi, si va come il tempo, piove e poi si schiarisce, fa freddo e poi caldo, come il mio umore che passa dal turbamento alla risata ironica , dall'amarezza al menefreghismo.
Quella mattina di trenta anni fa quando il mio primo ed unico allenatore mi chiese di presentarmi all'allenamento della sera usò un solo verbo.. correre.. il mio imprinting è stato quello. Dopodichè in tutti questi anni ho vissuto il mondo della corsa nelle più svariate sfumature, in tanti luoghi diversi e con realtà completamente diverse.
Ora sento il richiamo di quell'imperativo che usò viglia quella mattina..correre , il primo comandamento di chi fa parte di questo mondo della corsa. Il richiamo a quell'istinto primordiale che mi faceva correre al buio da bambino per scappare dalla paura di una strada deserta, dalla paura di una casa vuota e dai mille rumori che la circondavano. Correre via dalle tante discussioni che animavano sempre casa mia e da un'infanzia sinceramente infelice e sofferta.
Correre via dalle discussioni, da tutto ciò che leva serenità, che non porta niente di bello e di nuovo alla tua esistenza, correre per depurare l'anima da tutto quello che non ti va, da tutto quello che è e che non vorresti che fosse.
Scende la pioggia sul prato, ormai è buio pesto, solo il chiarore della luna che sta sopra queste nubi gonfie d'acqua riesce a rischiarare lo sterrato di tor vergata. Correre ricordando il buio del prato di balledoro su a cogoleto, di quando si correva tra amici nel buio pesto della notte d'inverno, ci tenevamo vincolati a noi solo dal nostro respiro , dal rumore dei passi sulle foglie secche cadute sulla strada. Uscivamo di casa ancor prima che fosse l'ora, volevamo essere lì in prima fila a sapere cosa fare, come e quanto dovessimo correre, a volte si sperava che piovesse per correre lo stesso sotto l'acqua e per salire sopra le pozzanghere per sentirsi veri atleti come quelli delle olimpiadi.
Mi basta correre solo mezzora questa sera, non mi serve altro, mi serve riconciliarmi con il mio mondo, quello intimo, quello da non condividere con nessuno, quello che solo tu sai e pochi al mondo potrebbero capirlo.
Correre..anche un modo per andare incontro al più presto verso il futuro, la curiosità di vedere cosa c'è dietro l'angolo, dietro questa collina che ora taglia l'orizzonte e non ti fa vedere oltre.
Scende la pioggia e cala il sipario per oggi, torna un po di sereno nel mio cuore, un'altra prova superata, una corsa in mezzo al temporale, un'attraversata di oceano in solitaria, senza equipaggio e senza cartina.
Siamo usciti fuori dalla tempesta ma solo perchè lo vogliamo noi , solo perchè ci vogliamo attenere a quel primo comandamento che è stato scolpito nella nostra anima ormai trentanni fa..
CORRERE!!!!!
Quella mattina di trenta anni fa quando il mio primo ed unico allenatore mi chiese di presentarmi all'allenamento della sera usò un solo verbo.. correre.. il mio imprinting è stato quello. Dopodichè in tutti questi anni ho vissuto il mondo della corsa nelle più svariate sfumature, in tanti luoghi diversi e con realtà completamente diverse.
Ora sento il richiamo di quell'imperativo che usò viglia quella mattina..correre , il primo comandamento di chi fa parte di questo mondo della corsa. Il richiamo a quell'istinto primordiale che mi faceva correre al buio da bambino per scappare dalla paura di una strada deserta, dalla paura di una casa vuota e dai mille rumori che la circondavano. Correre via dalle tante discussioni che animavano sempre casa mia e da un'infanzia sinceramente infelice e sofferta.
Correre via dalle discussioni, da tutto ciò che leva serenità, che non porta niente di bello e di nuovo alla tua esistenza, correre per depurare l'anima da tutto quello che non ti va, da tutto quello che è e che non vorresti che fosse.
Scende la pioggia sul prato, ormai è buio pesto, solo il chiarore della luna che sta sopra queste nubi gonfie d'acqua riesce a rischiarare lo sterrato di tor vergata. Correre ricordando il buio del prato di balledoro su a cogoleto, di quando si correva tra amici nel buio pesto della notte d'inverno, ci tenevamo vincolati a noi solo dal nostro respiro , dal rumore dei passi sulle foglie secche cadute sulla strada. Uscivamo di casa ancor prima che fosse l'ora, volevamo essere lì in prima fila a sapere cosa fare, come e quanto dovessimo correre, a volte si sperava che piovesse per correre lo stesso sotto l'acqua e per salire sopra le pozzanghere per sentirsi veri atleti come quelli delle olimpiadi.
Mi basta correre solo mezzora questa sera, non mi serve altro, mi serve riconciliarmi con il mio mondo, quello intimo, quello da non condividere con nessuno, quello che solo tu sai e pochi al mondo potrebbero capirlo.
Correre..anche un modo per andare incontro al più presto verso il futuro, la curiosità di vedere cosa c'è dietro l'angolo, dietro questa collina che ora taglia l'orizzonte e non ti fa vedere oltre.
Scende la pioggia e cala il sipario per oggi, torna un po di sereno nel mio cuore, un'altra prova superata, una corsa in mezzo al temporale, un'attraversata di oceano in solitaria, senza equipaggio e senza cartina.
Siamo usciti fuori dalla tempesta ma solo perchè lo vogliamo noi , solo perchè ci vogliamo attenere a quel primo comandamento che è stato scolpito nella nostra anima ormai trentanni fa..
CORRERE!!!!!
4 commenti:
Bello!
Anch'io oggi, nonostante pioggia vento e freddo, ho corso perché avevo voglia di... Correre!
Spero che l'inverno che arriva non sarà carico d'acqua come lo scorso.. anche perchè pioggia o non pioggia il primo comandamento va rispettato
Bellissimo Giampy.. correre diventa troppo semplice come parola, quando dietro c'e' tutta questa ridda di sentimenti e pensieri....
è vero,,lacorsa è anche questo:))))
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