Ed allora diventa difficile parlare di corsa, di tempi, di tabelle , tenendo da parte tutto questo mondo che ci circonda .La mia è un'angoscia di padre, di cittadino , di una persona che vede sgretolarsi tutto attorno, vede crollare valori con cui è cresciuto e che pensava che sarebbero serviti. Sarebbe da fare appello alla mia generazione di ripristinare tutto ciò, di pensare meno a tante cose futili ed inutili che ci hanno sfondato il cervello .Di rimettere in campo quei sentimenti, quelle piccole gioie che ci hanno fatto compagnia negli anni 70' e 80' , facendoci crescere con poche cose ma tutte genuine.
Lo sport dovrebbe essere tra i primi motori per far ripartire una coscienza culturale in noi stessi, un riappropriarsi di una coscienza civica, di una conoscenza del proprio corpo e del proprio territorio. A scuola non si fa più geografia, i ragazzi non hanno più la percezione di dove si trovano, dal paesello fino al pianeta Terra. Lo sport in questo aiuta, da la dimensione dell'uomo nel suo intorno, nei suoi confini umani che solo un doping che ci viene somministrato giornalmente riesce a nascondere.
Per questo motivo la pratica sportiva dovrebbe integrarsi e dare linfa nuova alla vita di tutti i giorni e non il contrario. Se vai a correre fallo per te stesso, per stare bene e non per farlo sapere subito a tutti, se la tua corsa è stata interrotta da problemi fisici non farne un dramma. Non fare la gara all'acquisto più inutile per avere un accessorio per la corsa; basta un pantaloncino e una maglietta e sopratutto una scarpa buona e poi buttati nel vento e corri.
E sopratutto aggrega, non fare quello che è più forte di tutti e cerca solo gli altri fenomeni da battere, vai a correre con chi è più debole e insegnagli i percorsi, i ritmi, quello che sai. Fai salire il livello di conoscenza di tutti e scendi dalla tua torre d'avorio.
Corri, respira, ama e insegna.
1 commento:
Bella arringa.
Ti sono vicino compagno!
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