giovedì 24 marzo 2016

10 anni di Running Evolution




Raccontare un compleanno è come rileggere e rivedere gli anni trascorsi al contrario, un viaggio a ritroso nel tempo, nella propria memoria e nelle proprie emozioni Raccontare il compleanno di una società sportiva vuol dire rivivere volti, situazioni, manifestazioni che ti hanno circondato nel tempo e che fanno parte della tua vita per sempre.

Era un manipolo di amici quello che il 23 Marzo del 2006 si radunò davanti ad un notaio e si unì creando la Running Evolution, erano dei dissidenti di un'altra società e volevano cambiare il modo di gestire il proprio approccio col mondo della corsa, volevano correre in avanti.

In breve ci radunammo in una cinquantina alla corte del Presidente Fausto Giuliani e con una scarpa ed una ciavatta, come si dice a Roma, mettemmo su un team agguerrito ed entusiasta, L'esordio della Running fu, senza volerlo, alla gara organizzata dalla vecchia società e ci presentammo come la fotografia sopra ci mostra, con delle terribili canottiere della Fruit di cotone spesso. Eravamo dei Giuda Iscariota e additati dagli altri della vecchia squadra, avevamo entusiasmo e voglia di fare.

In breve arrivammo ad essere oltre cento e attiravamo le attenzioni dei club del Lazio, il nostro entusiasmo rinfrescava la domenica mattina ai ritrovi delle gare e ci sentivamo orgogliosi di aver intrapreso quella strada.
Nel tempo arrivò un bel gazebo e vestiario Orange e la nostra gara di Colonna fu sempre più ricca nella preparazione e nella gestione. Arrivarono le collaborazioni con Pizzolato e facemmo 5 stage a casa nostra e poi le partecipazioni dei nostri atleti al Passatore e a Maratone sparse nel mondo .

Poi arrivò Mario Bonanno e si inventò il rito Maori che ormai fa parte delle domeniche alle gare, arrivarono pure le collaborazioni con la Roma Ostia ed ormai il nostro ristoro , fatto a metà percorso, è un punto fermo della manifestazione.
Sono passati dieci anni e tante altre cose ci sarebbero da citare, dal sito web , uno dei primi nel mondo della corsa, al furgone per le gare, alla sede tutta per noi. Insomma tante cose fatte e tante ancora da fare.

Ormai siamo tra le società più presenti nelle gare nel Lazio e ci stanno davanti soltanto dei colossi che hanno dalla loro entrate finanziarie o basi di reclutamento più ampie e consolidate delle nostre.

Con Fausto diciamo sempre che se avessimo la possibilità di operare su un territorio come ad esempio le ville romane e con alle spalle grossi sponsor , pure noi saremmo in grado di organizzare grandi eventi come ben fanno altre società.

Nel nostro piccolo portare 1300 persone ogni anno alla CorriColonna è motivo di grande orgoglio e soprattutto grande professionalità e duro lavoro durante l'anno nelle relazioni con tutte le altre squadre.

L'elemento più importante però di tutti questi anni è il rapporto stretto , di grande amicizia che ci lega anche fuori dalla strada , in tutti questi anni ho trovato tante e tante persone che mi sono state vicine anche in momenti brutti e non legati alla corsa.

Sono tante le persone che posso citare e non voglio fare torto a nessuno e quindi ognuno sa che sto parlando proprio di lui o di lei. E posso dire che, anche se ci siamo allontanati o divisi con altre squadre, io non dimenticherò mai quei gesti di vera e sincera amicizia.

E' per tutto questo e molto altro ancora che non ho detto, che faccio tanti cari auguri alla mia squadra, alla Running Evolution. Che continui a portare sempre con sé lo spirito insito nel suo nome, l'Evoluzione dello spirito sportivo, organizzativo e umano che deve sempre accompagnare il nostro tempo libero.

mercoledì 23 marzo 2016

Maratona di Roma, il lunghissimo corto.


E anche quest'anno i keniani li vedrò di spalle, partiranno davanti e così resteranno fino alla fine della Maratona di Roma, impiegheranno due ore e spiccioli, cioè arriveranno al traguardo mentre io passerò alla mezza. Non vedrò le loro premiazioni e arriverò , forse, mentre stanno a Fiumicino pronti al decollo.

Correrò finché riuscirò e ne avrò voglia, saranno 25, chissà, magari 28 o 30 e poi calerà la luce e inizierò a camminare fino al traguardo, sperando di riprendermi nel finale e chiudere col passetto da ebete.Speriamo di non soffrire molto e di non avere crampi e soprattutto di avere le forze per scolarmi subito una bella birra.

Sicuramente mi porterò qualche soldo così se ho crisi di fame e sete mi potrò fermare direttamente al bar e rifocillarmi, se volete posso pure farmi qualche foto con voi lungo il percorso.

Tutto questo per dire che ieri il lunghissimo l'ho interrotto al km 24, non ero particolarmente stanco e non avevo dolori, molto semplicemente mi ero stufato. Avevo già corso 2h35 e un'altra mezzoretta mi era rimasta da percorrere, ma la noia mi si è calata davanti come un muro di cemento armato.

Non mi è mai piaciuto correre la maratona, l'ho sempre detto e ve lo confermo, soprattutto odio questi interminabili lunghi di ore e ore, mi piace la corsa da morire ma quando è troppo è troppo.

Ora che mi sono tolto il peso dell'ultimo lungo e le velleità di gara , posso godermi questi 18 giorni che mancano e fare delle corsette più veloci e corte, ora si che si ragiona.

E voi non date retta a me, datevi da fare, correte correte correte correte....

venerdì 18 marzo 2016

Maratona di Roma 2016 , parola d'ordine : divertimento!



Mancano ormai tre settimane alla Maratona di Roma, oggi è venerdì e tra soli 3 venerdì saremo paralizzati ed adrenalinici pensando che nelle prossime 48 ore ci esploderà in corpo lo sparo della partenza. Sarà un crescendo di tensione questo tempo che ci separa dalla gara, resta l'ultimo lunghissimo da fare e poi occorrerà trovare le energie che servono. Prenderò qualche giorno di ferie prima , ho delle mattine e notti al lavoro e non voglio arrivare alla domenica della Salma , voglio arrivarci più fresco possibile.

E poi la mente deve essere libera e sgombra da pensieri negativi, deve pensare positivo e soprattutto pensare che correre è divertimento. Si deve affrontare quei 42 km con una certa leggerezza, non si deve pensare a fare chissà quale tempo e poi bisogna godersela metro per metro.

Proverò a stare dietro ai palloncini delle 4 ore, in teoria dovrei farcela e finché riesco li seguo e semmai posso pure camminare per riprendere il fiato. Ho un record sbilenco di 4h16, penso che alla fine andrò a sbattere da quelle parti però, magari, con minore affanno delle volte passate.

Alla fine mi rendo conto che sarà una prova per me stesso nel riuscire a gestirmi come mai ho fatto prima soprattutto nella maratona, come affrontare nel migliore dei modi questa mostruosa chance che mi do , ancora non ho capito il motivo però, per portare a casa una bella medaglia.

Allora ricapitoliamo: ultimo lunghissimo, scarico, ferie , alimentazione prima e durante la gara, gestione della gara, sopravvivenza , medaglia , baci , abbracci e post finale su questo blog.
Un bell'elenco , una bella serie di punti interrogativi.

Buona strada a tutti.

mercoledì 16 marzo 2016

Roma Ostia day after.




Mi è rimasta addosso quella piacevole sensazione di stanchezza, quell'indolenzimento muscolare da scarico di endorfine tipico da mezza maratona. Si è stanchi ma non troppo, ci si sente carichi di voglia ma , allo stesso tempo, stanchi il giusto. Allora corro due giorni di seguito ma piano e poco, ho la mente già concentrata a martedì prossimo quando correrò , speriamo, gli oltre 30 km del lunghissimo finale.

Sono sempre contento delle mie prestazioni, a 50 anni ancora corro e pure bene, non faccio grandi tempi ma non ho mai avuto grandi problemi fisici come capita a tanti che si spremono troppo. Però mi piacerebbe correre più forte, abbattere qualche muro prima che l'avanzare dell'età mi tolga questa possibilità per sempre.

Ovviamente non posso pensare di correre ai ritmi di quando ero ragazzo e affrontavo i 5000 in 17.30 oppure la mezza in 1h20, però potrei  limare molto nei miei record della seconda età. Ad esempio potrei provare a correre i 10 km intorno ai 40'e la mezza sotto l'1h30.
Fisiologicamente lo potrei fare, ma dovrei cambiare il metodo di allenamento, dovrei inserire degli allenamenti di potenziamento e più specifici per la corsa più veloce.

Dovrei fare allunghi per migliorare la tecnica di corsa, fare delle serie di balzi per rinforzare piedi e caviglie e poi molto stretching e addominali e dorsali. Forse questo potrebbe portare a rinforzare il fisico in generale e, unito al fatto che sono dimagrito di molto, a farmi scendere di qualche secondo al kilometro. Così facendo potrei fare le sedute di corsa media e le ripetute con sempre maggior velocità e facilità.

Dopo di che potrei pure svegliarmi, fare una bella doccia, una ricca colazione e tornare a tapasciare come sempre ..ehehe...cari amici, correte ma non strafate, divertitevi e godetevela sempre !

lunedì 14 marzo 2016

42a Roma Ostia 1h 44' 38"


Inizio il racconto dalla fine, dal premio da dividere con Mario Tempesta, abbiamo corso 21.096 metri, abbiamo sudato e imprecato ma la medaglia ce la siamo guadagnata tutta. Ancora conservo le medaglie degli anni '80 quando correvo seriamente e per me resta sempre una grande soddisfazione ricevere una medaglia, un qualcosa di simbolico è sempre più gratificante di un pacco di pasta e una mela.


Alzarsi alle 6 per andare a correre è da matti ma se la compagnia è questa si è ancora più matti, un pullman pieno di adrenalina ci ha portato alla partenza e ci ha lasciati in mutande e canotta pronti per partire. Come al solito ognuno di noi si schermisce sul tempo che farà e pure io mi trincero dietro alla mancanza di allenamento, ai postumi della vescica al piede, bla ..bla..bla..

Sinceramente spero di correre sotto l'ora e cinquanta, se non altro almeno riesco ad acquisire il diritto a partire il prossimo anno nella griglia più avanti, quella sotto l'ora e cinquanta appunto.
E' sempre emozionante correre questa Roma Ostia, l'organizzazione è perfetta e ti da l'idea di correre una mezza internazionale, un arcobaleno di colori davanti a te e migliaia di piedi che nascondono l'asfalto, pronti e viaaaaa..


I compagni di viaggio mi sfuggono subito e quindi corro in solitaria, mi metto subito a 5' al km e mi rendo conto che le sensazioni sono buone , che posso farcela a portare a casa l'ora e cinquanta. La salita del campeggio mi sfila sotto i piedi senza lasciare troppo affaticamento e mi preparo al tuffo nel cuore, al passaggio delle Forche Orangine, il ristoro della Running Evolution al km 11.


Ai compagni del momento preavviso che stiamo per arrivare al ristoro della mia squadra, che emozione passare lì in mezzo , tutti che strillano, ti incitano e io rispondo con applausi e bicchierate in faccia ai malcapitati. Sono perfetti, acqua a volontà e li vedo contenti e capisco che anche quest'anno il ristoro orange è stato fatto bene.


In uscita dal ristoro riesco pure a mettermi in posa per la foto di Fausto il Pres, avrò perso 20 secondi ma ho acquistato tanto in notorietà. E allora via verso il mare, inizia qualche crampo ma ormai il crono da tempo dice che sto sotto l'ora e quarantacinque, devo solo tenere il ritmo.
Un po' inesorabili arrivano piccoli crampi ovunque e pure la vescica del piede si fa sentire, ma il suono del mare, la folla attorno e l'odore di salsedine hanno la meglio, reggo fino alla fine e chiudo davanti al mare blu in 1 ora 44 minuti e 38 secondi.
Ho fatto di meglio soprattutto da ragazzo, ma bisogna sempre guardare quello che si fa giorno per giorno. Oggi ho fatto un'impresa, ho corso con Mario a cavacecio e ho guadagnato il passaggio di gabbia per il prossimo anno.

Ed ora via di volata a preparare l'ultimo mese per la Maratona di Roma, ormai pure a camminare la dovrò fare tutta,

Buona strada amici miei.

sabato 12 marzo 2016

42a Roma Ostia


Non sarà come correre a New York, a Paris o London, neanche a Buenos Aires o Valencia ma è lo stesso suggestiva ed emozionante. Correre la Roma Ostia intanto ti colloca nella storia di 42 edizioni iniziate per scommessa e gioco da un vulcanico Luciano Duchi e poi attorniato da un bel gruppo dei bancari romani e dalla figlia manager Laura. E poi è l'appuntamento romano per eccellenza, quello che se lo hai mancato non sei nessuno, quello che se non lo hai fatto per qualsiasi motivo ti resta "una rosicata" per mesi e mesi.
Correre la Roma Ostia è però principalmente, come si legge nell'azzeccatissimo slogan di quest'anno, la "fuga dalla città". Una fuga non per la tangente, non per il raccordo ma una fuga dritto per dritto, in senso unilaterale e univoco, direzione assoluta verso il mare.

Il frastuono delle migliaia di corridori, i colori sgargianti di oltre diecimila partecipanti ti assale e ti inebria, ti accompagna lungo quella lingua d'asfalto della Cristoforo Colombo che in quei 21 km non vedrai mai perchè sarà nascosta da migliaia di gambe e piedi. Vedrai davanti a te una lingua lunga di colori e attorno pini secolari e poi laggiù in fondo il blu del mare di Marzo. Attraverserai il ristoro della tua squadra, degli Orange e sai già che sarà emozione forte e vera, sei sempre stato lì con loro tranne una sola volta che hai voluto, come quest'anno, correre proprio per avere il privilegio di passare lì in mezzo alle forche orangine, per poter dire anche te: grazie ragazzi!

In mezzo a due domeniche di lunghissimi pre maratona, questa gara la correrò senza pensare a niente, solo a godermi il viaggio e soprattutto mi porterò in spalla il mio amico Mario Tempesta, è un po' acciaccato e allora lo porto fino al mare a fargli respirare aria buona prima che torni a sfornare pizze su pizze.

A domani allora, godetevela questa gara e pensate che il meglio deve sempre arrivare.

lunedì 7 marzo 2016

A due terzi di Maratona.



Aveva ormai davanti a sé un mese scarso di preparazione per la Maratona di Roma, aveva già corso più volte sopra le due ore ed una vescica bastarda al piede destro lo aveva allontanato, come una molla che si riavvolge, dall'obbiettivo della 42 km. Aveva ripreso con cautela a ricorrere dopo due settimane di lungo stop ed il callo che si era formato sotto al piede dava sempre meno fastidio ma ormai l'avvilimento lo aveva pervaso e quasi persuaso che fosse il caso di piantarla lì.

Aveva sempre pronta questa scusa per non fare le maratone, parlava di turni al lavoro che non lo facevano stare tranquillo, che non era predisposto per le lunghe distanze e che bastava una piccola stupidata per mandare all'aria i mesi di preparazione. Insomma per lui non ne valeva la pena, tutto quel sacrificio nell'allenamento con davanti sempre un grosso punto interrogativo.

Nella settimana precedente aveva ripreso a corricchiare ed aveva pure fatto 15 km sotto l'acqua in solitaria. Aspettava che lo raggiungesse l'amico Stefano ed alla fine fu raggiunto invece da crampi sparsi per tutto il corpo e terminò l'allenamento tra bestemmie ed insulti a chi lo aveva convinto ad iscriversi a questa Maratona. In questa settimana corse soltanto una volta col redivivo Stefano e fece delle variazioni brevi, una grande stanchezza lo aveva trascinato per tutta la settimana come a dare sempre più corpo alle sue tesi anti maratona.

Aveva passato il sabato a controllare le condizioni del tempo per il lunghissimo della domenica e a sentire qualche amico che lo poteva accompagnare, il solito Stefano lo aveva già accannato prima ancora di chiederglielo, il gruppo delle 13e13 aveva già corso il sabato mattina come pure il Pres Fausto. Un timido tentativo con Massimo Pedone era andato a vuoto, cioè lo aveva lasciato in attesa di una risposta che arrivò soltanto la domenica mattina alle 7.50 per dare un appuntamento per le ore 8!

Quel sabato sera si era convinto a fare il lunghissimo da solo contro tutti, iniziò a guardare su google maps quale percorso fare. Tor Vergata per 30 km è troppo piccola e troppa salita, il lago di Castelgandolfo troppo zuppo d'acqua, ovviamente , e di fango oltre che di uno sterrato che per i lunghi non va per niente bene. Allora decise per la soluzione più folle, partire da casa a Frascati con zainetto in spalla con il cambio e scendere giù fino a Roma, fino a Piazza del Popolo e tornare indietro sulla Tuscolana per quanto possibile e poi salire in metro e farsi venire a riprendere da Roberta.

Andò a dormire con tutte queste idee in testa, spiegando a Roberta che era proprio per questo stato d'ansia che lo invadeva per i singoli allenamenti che non riusciva ad amare la Maratona. Il risveglio della domenica mattina avvenne grazie agli scrosci di pioggia sul tetto, mentre da parecchi minuti il cellulare vibrava a causa di tanti uozzap . Uno era di Massimo ed il suo appuntamento da lì a 10 minuti. Gli altri erano del gruppo 13e13, Giuliano chiedeva chi avrebbe corso, Oscar rispondeva che stava piovendo troppo e Franco sperava nel diluvio.

Accecato da tutto questo ardore , dava appuntamento al gruppo e si presentava a Tor Vergata per questo benedetto lunghissimo. Succedeva che non pioveva più ed era uscito un bel sole, il gruppo si scioglieva quasi subito come neve e rimaneva da solo Oscar. Si buttarono giù verso i viali di tor vergata e poi verso via dei romanisti e poi la Palmiro Togliatti direzione Cinecittà. Il suo pensiero era per il compagno Oscar che ultimamente si appieda spesso, cioè mentre corre si ferma di colpo e cammina, Oscar stesso non sa cosa gli succede. Infatti così accadde intorno al km 14 e si salutarono , Giampiero prese la via per il parco degli acquedotti e Oscar ritorno sù verso Frascati.

Trovarsi solo dopo 15 km con altrettanti da percorrere è una mazzata maledetta, una tesi in più da argomentare contro la preparazione del maratoneta. Arrivato al parco si sollevò nel vedere tanta gente che correva, camminava e biciclettava, lo distraevano e pensava che con tre giri nella storia avrebbe chiuso i suoi 30 km. Mentre correva mandava messaggi a Roberta implorandola di raggiungerlo al parco per riportarlo a casa e mentre passava il tempo si innervosiva in mezzo a tutti quei slalom tra gli sportivi della domenica. Uscì dal parco ed entro nell'altro parco, quello di Tor Fiscale, lo attraversò e uscì verso Porta Furba e rientrò nel quartiere del Quadraro per poi rientrare nel Parco degli Acquedotti.

Dopo 25 km correre sullo sterrato ti spacca le gambe, non ti da elasticità, ti assorbe tutta la forza che metti, insomma così successe pure a Giampiero. Lo risollevò lo scorgere Roberta ma dovette riuscire e tornare sull'asfalto, ma ormai il gioco era fatto, quel riallungare verso fuori lo stava distruggendo mentalmente, stava ormai a 2h45' di corsa ed era contento così, si rigirò verso il Parco e si fermò al 27esimo chilometro.

Era contento per aver resistito così tanto, per aver visto Roberta, per non aver avuto crampi e dolori alla vescica e per aver comunque fatto una piccola impresa lunga 27 km.
Ci pensò su, due terzi di Maratona erano stati fatti, ne sarebbero mancati altri 15 a chiudere la 42, ne avesse percorsi 30 ne sarebbero mancati solo 12, un'altra teoria pessimista si aggiunse alle altre, corri 27 km o 30 e comunque non hai fatto un cavolo.

Oggi ha le gambe leggermente indolenzite, molto meglio degli anni passati dove diventavano di piombo, forse una piccola speranza in mezzo a tanti tormenti, sicuramente la consapevolezza che la corsa non ti regala mai niente, ti devi prendere tutto da solo.
Buona strada a tutti!